Pescara. Violentata, terrorizzata, picchiata e minacciata di morte per dieci anni dal padre. E’ stato arrestato dai carabinieri di Popoli Anrea Papalia, il manovale di 45 anni che avrebbe abusato della figlia da quando aveva solo 8 anni, non fermandosi neanche quando la bimba aveva iniziato a soffrire di crisi di panico. Di fronte al gip Gianluca Sarandrea il padre orco non ha voluto dire nulla. La difesa dell’uomo sta valutando di chiedere la perizia psichiatrica. Sull’uomo pendono sei episodi di violenza sessuale iniziati nel 2005 fino al 26 maggio di quest’anno quando la ragazzina, che nel frattempo ha compiuto 18 anni, e la mamma non hanno più retto e hanno denunciato tutto ai carabinieri. E’ stata un’ennesima minaccia a far cedere la povera ragazza insieme alla madre e a spingerle a fare un racconto sconvolgente ai carabinieri. Il 26 maggio intorno alle 21, come illustra l’ordinanza di custodia cautelare, il manovale torna a casa ubriaco e mette alla porta la moglie e la figlia non facendole più rientrare e, come annota il gip, minacciandole di morte. E’ a quel punto che i carabinieri piombano nella casa del Pescarese trovando l’uomo chiuso in casa senza rispondere al telefono o al citofono. Alla vista dei carabinieri è stata la donna a non reggere più e a fare ai carabinieri la sconvolgente rivelazione, a spiegare ai militari che il loro arrivo non era solo legato alle minacce di quella sera ma a dieci anni di dramma. La donna aveva dichiarato che la figlia le aveva riferito di essere stata in numerosissime occasioni e per un rilevante lasso di tempo vittima di abusi sessuali da parte del padre. Il giorno successivo, anche la ragazza è andata in caserma per raccontare la tragedia di cui sarebbe stata vittima da quando aveva 8 anni. Il 5 giugno è scattato l’arresto per il 45enne manovale del Pescarese rinchiuso nel carcere di San Donato in cui si trova in un’ala con altre 45 persone: ma il “codice” del carcere non accetta i reati contro i bambini e le fasce deboli e così il gip ha già dato il nulla osta per il trasferimento dell’uomo in un altro carcere. Nel frattempo, sempre su richiesta del pm, è stato accolto anche l’incidente probatorio in cui la ragazza sarà ascoltata dai magistrati in un ambiente protetto per raccontare tutte le violenze subìte. L’incidente probatorio servirà per cristallizzare la terribile testimonianza che, poi, diventerà una prova ed entrerà direttamente nel processo. L’incidente probatorio è stato accolto ma deve essere ancora fissato.
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