Pescara. “All’epoca dei fatti Maksym Cernish versava in condizioni di capacita’ di intendere e di volere grandemente scemate e durante il delitto era in preda ad una serie di deliri e allucinazioni”. Si è chiusa con l’acquisizione di due perizie dagli esiti convergenti, presso il tribunale di Pescara, la fase istruttoria del procedimento a carico di Maksym Chernish, l’ucraino di 26 anni, reo confesso del duplice omicidio di Arkadiusz Miksza, 22 anni, e di sua madre Kystyna Miksza, 53 anni, avvenuto il 24 gennaio scorso, in una mansarda al secondo piano di una palazzina in via Tibullo a Pescara. Entrambe le vittime sono di origine polacca. Sono state illustrate le due perizie, svolte dallo psichiatra Renato Ariatti su incarico del gip e dallo psichiatra Luigi D’Amico per conto della difesa. “Le nostre conclusioni” ha spiegato D’Amico ”concordano sul fatto che Maksym Cernish era in preda ad una serie di convinzioni patologiche derivanti da psicosi secondarie dovute ad abuso di droghe”. I test effettuati dai due esperti escluderebbero un intento simulatorio da parte del reo confesso. Il legale della difesa Vittorio Supino ha fatto sapere che chiederà il rito abbreviato e l’affidamento a strutture specializzate, “sulla base delle perizie che evidenziano la necessità che Cernish sia curato”.
Tecnofonte: 10 anni di eccellenza nella filtrazione avanzata dell’acqua
Da oltre un decennio, Tecnofonte è sinonimo di qualità e innovazione nel campo della filtrazione dell'acqua. Fondata nel 2013, l'azienda ha saputo evolversi e crescere, diventando un...