Pescara. Oltre mille persone in piazza a Pescara contro i tagli al sociale e per difendere il diritto alla salute. La manifestazione, che si è svolta in piazza Alessandrini, è stata promossa a livello regionale da Cgil, Cisl, Uil, SpiCgil, CislFnp, UilP, FpCgil, FpCisl e FpUil. Tante le persone arrivate da da fuori provincia con numerosi pullman. Presenti anche associazioni tra cui Carrozzine Determinate Abruzzo. Cori, striscioni, poi gli interventi e un concerto finale per dire “no ai tagli, decisi dal Governo, di ulteriori risorse al Fondo Sanitario Nazionale e al Fondo per le Politiche Sociali e della Non Autosufficienza”. “In Abruzzo dicono i promotori oltre 15.000 famiglie sono al di sotto della soglia di povertà, aumentano quanti rinunciano alle cure sanitarie, le politiche sociali sono carenti, importanti leggi regionali sul welfare non sono finanziate o lo stanziamento previsto è assolutamente carente. Nonostante ciò nella Regione Abruzzo i tagli a politiche sociali ammontano a 50 milioni”.
“Il problema dei tagli afferma il segretario generale della Cisl AbruzzoMolise, Maurizio Spina è nazionale e le rassicurazioni di Poletti non ci convincono perché mancano riferimenti e risorse. La Regione deve farsi sentire, perché in Abruzzo l’entità dei tagli creerà le condizioni per non poter fare più nessuna politica sociale. Sulla sanità, all’assessore Paolucci diciamo che bisogna iniziare a fare ciò che abbiamo concordato per la crescita della sanità territoriale. C’è qualcosa che non funziona e bisogna invertire la rotta. E’ inutile definire impegni che poi non si realizzano”. “Siamo di fronte a una vera e propria macelleria sociale dice il presidente di Carrozzine Determinate, Claudio Ferrante Altro che welfare e benessere. I disabili non hanno più risposte di alcun tipo e le famiglie sono abbandonate. Dalla legge sull’autismo a quella sulle barriere architettoniche e al piano scolastico, c’è il disinteresse più totale su tutto. Nella sanità, ormai, se non hai i soldi non sei nessuno. Non ci sono più i servizi elementari. Prossimamente torneremo a occupare il Consiglio regionale, perché non sono queste le risposte da dare alle categorie più deboli”.