Pescara. Con l’avvio, programmato per oggi, dei lavori nella zona della Stazione Centrale di Pescara per il nuovo mercatino etnico, è scattata la protesta di alcuni amministratori di centrodestra, ma anche di rappresentanti dei commercianti, con Marina Dolci dell’associazione ‘Viviamo Pescara’. Il vecchio mercatino etnico fu smantellato nel 2016, su richiesta della Prefettura di Pescara, per motivi di ordine pubblico, con l’intervento delle forze dell’ordine, e l’area svuotata e ripulita. “Da oggi”, ha detto il Capogruppo di Forza Italia in Consiglio Regionale Lorenzo Sospiri, “ci sarà un presidio fisso per denunciare la follia dei lavori di realizzazione del finto mercatino etnico della stazione di Pescara, già smantellato dalla Guardia di Finanza perché si vendeva solo merce contraffatta. Chi oggi governa Pescara sperpera 250mila euro, per assegnarlo a chi non è voluto andare nei normali mercati dove tutti, italiani e stranieri, rispettano le regole”.
“Questa follia”, ha detto ancora Sospiri, “creerà solo un ghetto di illegalità, con ancora minore sicurezza”. Il consigliere comunale di Fratelli d’Italia Guerino Testa afferma: “diciamo no a quest’opera che non rappresenta una priorità per la città di Pescara. Lo ribadiamo con forza al centrosinistra che vuole andare avanti senza sentire ragioni, e senza tenere conto anche della contrarietà di molti cittadini e commercianti”. Il consigliere comunale della Lega Vincenzo D’Incecco: “Continuiamo ad opporci fermamente ad un progetto che riteniamo sbagliato e che vede l’utilizzo di 250mila euro di fondi pubblici e soldi dei cittadini che chiedono invece legalità e sicurezza. Ci siamo opposti a questo progetto nel corso di varie Commissioni e in trenta Consigli Comunali e continuiamo a farlo anche oggi”. Dal canto suo, l’Associazione ‘Viviamo Pescara’ ricorda di aver “presentato nel corso dei mesi precedenti alcune osservazioni”, dice la rappresentante Marina Dolci, “che abbiamo poi consegnato al Comune e fatto anche un tavolo di lavoro. Noi come commercianti siamo contrari e chiediamo che ci sia il rispetto per chi lavora in questa città, e che non vengano messi più in vendita articoli contraffatti”.
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