L’Aquila. “Vergognatevi. Oggi, li avete uccisi tutti, un’altra volta”. Lo scrive Laura Ciolli, sorella di Danilo, ragazzo di Carovilli (Isernia) morto nel crollo della Casa dello Studente all’Aquila, commentando su Facebook la sentenza del Tribunale civile dell’Aquila che ha ritenuto una “condotta incauta trattenersi a dormire” in casa prima della disastrosa scossa del 6 aprile 2009 e quindi ha ravvisato “un concorso di colpa” per le vittime del terremoto.
Laura ricorda i momenti prima della tragedia: “Il 30 marzo 2009 ero a L’Aquila, in piazza Duomo. Sono stata in fila 2 ore e 45 minuti insieme a Danilo, per parlare con esponenti della protezione civile. La nostra domanda fu chiara: ‘Dobbiamo andare via?’ La risposta fu, ‘no, ragazzi, è tutto ok, l’energia si sta liberando piano piano. Non si possono prevedere i terremoti, ma possiamo certamente rassicurarvi. Il periodo più difficile è passato”. “Ci tengo a specificare”, prosegue Laura, “che la mia famiglia non si è costituita parte civile e non ha chiesto forme di risarcimento. È sempre stata nostra premura solo ricordare Danilo nel modo più dolce che possa esistere. Resta l’assurdità di una sentenza incredibile, che toglie valore a chi non c’è più e speranza a chi rimane, soprattutto a chi, come i membri delle Associazioni e dei Comitati vittime, continua a parlare di prevenzione e di sicurezza. E facendolo parlano anche per tutti noi”.
LEGGI ANCHE: