Pescara. Da inizio gennaio, secondo i dati del portale Geocetus – progetto sviluppato dal Centro Studi cetacei Onlus di Pescara per creare una banca dati georeferenziata degli spiaggiamenti di cetacei e tartarughe marine lungo le coste italiane -, sono un’ottantina gli esemplari di Caretta Caretta trovati morti sulle spiagge del medio Adriatico: una trentina in Abruzzo, una quarantina nelle Marche, quattro in Molise e cinque in Emilia Romagna. Solo ieri, le carcasse di due tartarughe ‘Caretta Caretta’ sono state rinvenute in spiaggia, in Abruzzo, non distanti dalla Torre di Cerrano, una nel territorio comunale di Silvi (Teramo) e l’altra in quello di Pineto (Teramo), mentre altri esemplari morti, stando a quanto risulta al Centro studi cetacei onlus, sempre nella giornata di ieri, sono stati trovati sulle spiagge delle regioni vicine. In Abruzzo, il ritrovamento è avvenuto a pochi chilometri dalla zona dell’Area marina protetta ‘Torre del Cerrano’ in cui a settembre 2013 si verificò quello che fu definito “evento del secolo” e cioè una nascita eccezionale di tartarughe, almeno 18 esemplari. Sul posto, ieri, sono intervenuti gli uomini della Guardia Costiera di Silvi e il personale veterinario della Asl di Teramo. Le carcasse – in cattivo stato di conservazione – sono state trasferite in un deposito. Oggi gli esperti del Centro studi cetacei onlus effettueranno gli accertamenti del caso. “Dall’inizio dell’anno, tra la Romagna e il Molise – sottolinea il presidente del Centro studi cetacei, Vincenzo Olivieri – si contano decine di esemplari. Solo oggi sono state rinvenute almeno sette carcasse. Basta guardare quanto accaduto il primo gennaio: una vera e propria ecatombe. Dalle uniche necroscopie effettuate è emerso che gli esemplari sono morti per annegamento. Dunque è possibile che le morti siano dovute ad interferenze delle reti da pesca”.