Farindola. Dopo quarantatré giorni dalla tragedia i familiari delle 29 vittime di Rigopiano sono saliti per la volta sul luogo del disastro. Dolore, occhi increduli e lucidi alla vista di tanta distruzione. La neve si è finalmente sciolta mostrando lo scheletro del resort e la devastazione che la valanga ha generato nella zona circostante completamente ricoperta dai detriti: tronchi e rami di alberi, pezzi di roccia e gli arredi dell’hotel…
Il magistrato ha autorizzato il dissequestro e il prelievo di undici dei diciotto veicoli presenti e i familiari dei proprietari delle auto hanno raggiunto il sito per portare via i mezzi. Un passaggio tecnico che, però, ha consentito loro di vedere dal vivo il luogo in cui hanno perso la vita i propri cari. Insieme a loro anche il superstite Giampiero Parete. Ad accompagnare i familiari i Carabinieri della Compagnia di Penne, i carabinieri forestali e i militari dell’Arma del Decimo Reggimento Campania, che vigilano il sito ancora sotto sequestro. I Vigili del Fuoco di Pescara, intervenuti con mezzi speciali, hanno recuperato le automobili, rimaste tra i detriti, portate via con i carroattrezzi.
C’è chi si è fermato a pregare sui resti dell’hotel maledetto e chi ha deposto un mazzo di fiori. Tutti i presenti hanno poi osservato un minuto di silenzio.”Abbiamo chiesto più volte di salire e non ci era stato mai concesso ” ha detto Gianluca Tanda, fratello di Marco “ora finalmente possiamo salire e rendere omaggi ai nostri cari. Quello che vediamo fa rabbrividire, ma vedendo il canalone abbiamo la certezza che questa tragedia poteva essere evitata”.
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