Pescara. “Per me è una doppia tragedia, confido nella magistratura e confido si arrivi a
una definizione delle responsabilità”. Così Massimiliano Giancaterino, ex sindaco di Farindola (Pescara), prima di entrare negli uffici della Procura di Pescara per essere ascoltato in qualità di indagato nell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano. Giancaterino, sindaco dal 2004 al 2009, nella tragedia del 18 gennaio scorso,
quando una valanga travolse il resort provocando la morte di 29 persone, ha perso il fratello Alessandro, dipendente dell’hotel. E’ indagato in relazione alla mancata adozione del nuovo piano regolatore generale del Comune di Farindola e alla mancata convocazione della commissione valanghe, riunitasi l’ultima volta nel 2005. “Rifiuto la caccia alle streghe” ha aggiunto Giancaterino che alle 12.30 è entrato negli uffici della Procura, accompagnato dall’avvocato Vincenzo Di Girolamo, per essere interrogato dal procuratore, Massimiliano Serpi, e dal Pm Andrea Papalia. “Se ci sono delle responsabilità, confido che la magistratura le
individuerà puntualmente”.
“Sono a posto con la mia coscienza, altrimenti non me lo perdonerei mai, visto che a Rigopiano ho perso mio fratello e un sacco di amici, oltre a tante altre persone che conoscevo. Poi c’è la magistratura che svolge il proprio compito e che arriverà a definire, in tempi spero non biblici, le responsabilità penali personali”. Così Massimiliano Giancaterino, sindaco di Farindola (Pescara) dal 2004 al 2009, al termine dell’interrogatario, durato quasi due ore, che si è tenuto negli uffici della Procura di Pescara, nell’ambito dell’inchiesta sul disastro dell’Hotel Rigopiano, che il 18 gennaio scorso è costato la vita a 29 persone. Giancaterino è indagato in relazione alla mancata adozione del nuovo piano regolatore generale del Comune di Farindola e alla mancata convocazione della commissione valanghe, riunitasi l’ultima volta nel 2005. “Ho fornito i miei chiarimenti e la mia versione dei fatti, che ritengo esaustiva e sono soddisfatto – ha detto l’ex sindaco, subito dopo essere stato ascoltato dal procuratore Massimiliano Serpi e dal pm Andrea Papalia, alla presenza del suo legale Vincenzo Di Girolamo -. Il mio atteggiamento resta sempre di estrema tranquillità, in attesa che la magistratura inquirente compia le sue determinazioni, io ho fornito la mia versione dei fatti che spero possa convincere i magistrati della mia estraneità rispetto a quanto mi viene contestato”. Sul merito delle contestazioni, Giancaterino spiega di non potere esprimersi “per via del segreto istruttorio”. Fa sapere di non avere prodotto documentazione aggiuntiva e di avere risposto “con tranquillità e sincerità alle domande, per quello che posso ricordare e che so”.