Pescara. “Dagli atti non risulta che Sospiri abbia fatto alcuna istanza per chiedere la rateizzazione del debito”. E’ uno dei principali passaggi della testimonianza resa questa mattina, davanti al tribunale collegiale di Pescara, dall’appuntato dei carabinieri forestali Michele Brunozzi, nell’ambito del processo sui presunti crediti inesigibili, tra tasse, multe e affitti delle case popolari, che vede imputati il sottosegretario alla presidenza della giunta regionale Mario Mazzocca, il capogruppo regionale di Forza Italia,
Lorenzo Sospiri, il direttore generale e il responsabile del settore esecutivo della Soget, Gaetano Monaco e Domenico Ludovico. Mazzocca deve rispondere di abuso d’ufficio in concorso; Sospiri di abuso d’ufficio in concorso e falsa attestazione o dichiarazione a pubblico ufficiale sull’identità o su qualità personali proprie o di altri, Monaco e Ludovico di abuso d’ufficio e falso ideologico in concorso. I fatti che chiamano in causa Sospiri, relativi al periodo 2013-2014, riguardano le procedure di pignoramento dei compensi della Regione al consigliere regionale per due crediti, uno di 2.473 euro e l’altro di 10.931 euro, per sanzioni al Codice della strada e tributi comunali non versati. Secondo l’accusa, Monaco e Ludovici, avrebbero consentito “immotivate rateizzazioni del debito a Sospiri, in mancanza di istanza proveniente dall’interessato”. In aula Brunozzi, che ha ricostruito le varie fasi delle indagini, ha avvalorato l’ipotesi dell’accusa, affermando che “i pignoramenti sono stati revocati in assenza di qualsiasi ricorso da parte di Sospiri” e che “la Soget ha comunicato falsamente al Comune di Pescara che il debito era stata stato rateizzato a seguito di richiesta dello stesso Sospiri”.
Il testimone ha riferito anche di alcuni sms, tra Monaco e Sospiri, “dai quali emerge l’esistenza di un rapporto amicale tra i due”. Inoltre si è soffermato sulla vicende del “file contenente una lista dedicata ai cosiddetti vip, ovvero politici indicati con il codice fiscale, con l’incarico ricoperto e, accanto, la somma della presunta morosità”. Alcune e-mail, del 2014, secondo quanto ricostruito da Brunozzi, attestano la decisione della Soget “di inviare a queste persone gli estratti della loro posizione debitoria”. Il filone che chiama in causa Mazzocca riguarda invece un debito di 22.300 euro nei confronti dell’Aca: Monaco, secondo l’accusa, nel 2014 avrebbe
disposto, per “mere ragioni di favoritismo”, la cancellazione dell’ipoteca iscritta su un immobile di Caramanico (Pescara), con la motivazione di “definizione del debito”. Brunozzi al riguardo ha affermato che “ci sono delle e-mail, datate 14 luglio 2014, in cui Monaco scrive ad una funzionaria della Soget: ‘questa è l’iscrizione, cancella l’ipoteca’. Il giorno dopo – prosegue il testimone – l’ipoteca viene cancellata, ma il debito fino al 15 aprile 2015 non era stato saldato”. Dopo Brunozzi sono stati ascoltati altri due testimoni dell’accusa, la funzionaria della Soget Patrizia Marinelli e un tecnico informatico. L’udienza è stata rinviata al prossimo primo
ottobre.
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