Gioia dei Marsi. Quei trisnonni emigrati negli Stati Uniti nel 1915, per cercare “fortuna”: per inseguire un “sogno americano” che avrebbe garantito un futuro alle generazioni successive. Ai figli, ai nipoti che sarebbero venuti dopo di loro.
La passione di una sedicenne per uno sport, il Lacrosse, nato in Nord America e diventato popolarissimo in tutti gli Stati Uniti, fino a sbarcare poi in Europa.
La collaborazione di un sindaco e dei dipendenti comunali di un piccolo comune per realizzare il sogno di quella giovane atleta che oggi sembra un po’ meno lontana: giocare nella Nazionale Italiana femminile.
Una piccola comunità abruzzese che ora si prepara ad accogliere tutta la famiglia in Italia, nella Marsica.
È una storia davvero “potente”, straordinaria, quella che arriva da Gioia dei Marsi e che vede protagonista Regan Finlay, giovane studentessa del liceo della Episcopal Academy in Pennsylvania, Usa. Classe 2007, 16 anni, Finlay ha nelle vene sangue marsicano. Ed è grazie al suo albero genealogico che oggi indossa la maglia blu della Nazionale Italiana di Lacrosse e si prepara per rappresentare il Tricolore italiano agli Europei di Praga della prossima estate o il Campionato di Hong Kong dell’estate 2024.
“Regan attualmente frequenta il liceo della Episcopal Academy in Pennsylvania, Usa, dove gioca per la squadra femminile di Lacrosse. La sua squadra grazie alla preparazione atletica è al settimo posto su oltre 1250 squadre negli Stati Uniti”, racconta il dottore Francesco Curione, che ha curato la parte della ricerca genealogica, fondamentale per istruire la pratica di cittadinanza.
“È una giovane ragazza americana, con antenati di ceppo italiano che potrà partecipare ora alle competizioni della Nazionale italiana di Lacrosse grazie ai propri avi che nacquero più di 100 anni fa a Gioia dei Marsi e a Bisegna. Regan vede in questo processo di cittadinanza, non soltanto un iter per ottenere un passaporto ma piuttosto la possibilità di ricreare con il proprio comune di origine quel legame che si era perso per via dell’emigrazione degli antenati. È profondamente grata che il sogno di indossare la maglia azzurra della Nazionale si sia realizzato grazie all’aiuto della gente del luogo”.
A portare alla luce una storia che arriva da lontano è il primo cittadino di Gioia dei Marsi, Gianluca Alfonsi, che ha messo immediatamente a disposizione tutta la macchina amministrativa, non appena venuto a conoscenza della richiesta di documentazione da parte della famiglia americana.
Questa vicenda, quasi incredibile, arriva dagli inizi del ‘900 del secolo scorso.
Da “Maria Villetta, nata il 30 ottobre del 1881, figlia di Costanzo Villetta e Silvestra Liberata coniugata a Gioia dei Marsi il 29 maggio del 1910 con Domenico Di Pirro originario di Bisegna”, racconta Curione, “l’accoglienza del sindaco, in qualità di primo cittadino, la disponibilità degli impiegati comunali, hanno dato a Regan, oltre che questa grande occasione nel mondo dello sport, anche la possibilità ripercorrere al contrario quel viaggio che Maria Villetta e Domenico Di Pirro avevano compiuto, nel 1915, emigrando negli Stati uniti, nel tentativo di dare un futuro migliore alle successive generazioni. Un’emozione e un’autenticità che solo il proprio comune di origine riesce a trasmettere.
Il padre di Regan, James Finlay, l’ha sempre supportata nello sport, già dalla giovane età di cinque anni, ma soprattutto le ha trasmesso la passione per la propria terra di origine. Insieme hanno viaggiato diverse volte in Italia ma adesso non vedono l’ora di visitare Gioia dei Marsi”.
Dopo la richiesta dei certificati, tra il sindaco e il papà di Regan ci sono stati diversi contatti. Negli audio inviati su whatsapp, il signor Finlay ringrazia il sindaco e tutto il paese e spiega che negli anni si era creata confusione tra l’origine dei suoi bisnonni e che non era mai stato chiaro se fossero di Gioia o di Bisegna.
“Siamo fieri di aver potuto contribuire a realizzare il sogno della ragazza”, il commento del sindaco Alfonsi, “nelle cui vene scorre sangue gioiese. Le auguro a nome mio e della comunità di Gioia dei Marsi, ogni fortuna è successo e sappia che tifiamo per lei”. Intanto ora a Gioia dei Marsi ci si prepara ad accogliere la giovane atleta e per lei potrebbe anche arrivare la “cittadinanza onoraria”.
Sembra un eco che arriva dalla Storia quello che racconta il sogno di Regan. A leggere sulle carte quel 1915 mette i brividi. Era l’anno del terremoto, quello che uccise oltre 30mila marsicani. La potenza distruttiva partì da una faglia che si aprì proprio a Gioia dei Marsi. Poi la prima Guerra Mondiale, la povertà. L’emigrazione verso Paesi lontani, con la paura negli occhi e tra le mani sono qualche valigia di cartone. Viaggi lunghi settimane, notti insonni nei porti di Continenti sconosciuti.
L’incertezza di un futuro tutto da costruire, sulle sole fondamenta dell’amore. Nelle vene il sangue abruzzese, quello di gente che sì resiste ma che sa anche adattarsi e mettere radici su nuove terre. Sono gli abruzzesi, quelli che rimangono e rimarranno per sempre forti, gentili e orgogliosi delle proprie origini.