Francavilla. Un uomo di Francavilla è morto in Camerun a Douala, ma i familiari non credono al suicidio e chiedono giustizia. La vittima è Stefano Solazzi, 50 anni. Stefano aveva lasciato la Svizzera dove viveva con la moglie camerunense Dominique e i due figli di otto e quattro anni per andare in Camerun a lavorare. “Io e Stefano abbiamo sempre vissuto in Svizzera con mogli e figli ma le nostre vacanze le abbiamo sempre trascorse qui, perché ci sono le nostre famiglie, le nostre cugine, e siamo sempre ben accolti” dice il fratello Massimiliano. La notizia della morte di Stefano è arrivata come un fulmine a ciel sereno e soprattutto non ha seguito le vie ufficiali, denuncia il fratello, che si è subito attivato dall’Italia per cercare di far luce su quanto avvenuto a Douala e per avere delle risposte. “Sono stato informato da un amico di mio fratello. Io non credo affatto all’ipotesi del suicidio e ho dovuto muovere mezzo mondo per far valere il mio pensiero, ma ci sono riuscito perché le indagini sono riprese e sono state fermate due donne, sospettate di averlo strangolato”. “Mi sono preoccupato di avvertire le autorità svizzere mentre non so, sinceramente, se l’Ambasciata italiana sia informata o meno. Sono molto dispiaciuto del fatto che in Italia non si sia saputo niente di quello che è accaduto a Stefano”, che è stato un ufficiale dell’esercito svizzero, ha fatto parte della squadra di nuoto svizzera e ha anche lavorato per delle ditte italiane, in Camerun. In Africa da venti anni, Stefano ha cambiato molti lavori, si occupava di rilanciare imprese in crisi ed è stato anche direttore di una scuola privata.
(foto: Il Centro)