Pescara. “Vista l’ordinanza del Comune di Pescara del 5 ottobre 2017, in cui, recentemente, si è vietato l’utilizzo dell’acqua destinata al consumo umano per le utenze in distribuzione” in due scuole di Pescara, “è ragionevole pensare che episodi epidemici dell’infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla Società”. Lo afferma, in una nota, Cir Food, che insieme a BioRistoro Italia gestisce il servizio di refezione scolastica di Pescara, a proposito della vicenda dei circa 180 bimbi finiti in ospedale, sottolineando che i sopralluoghi di Asl e Nas nei due centri cottura “hanno rilevato la piena conformità del rispetto delle norme igieniche, delle procedure di Autocontrollo e delle relative schede di monitoraggio”.
“È tuttora in corso un’indagine epidemiologica da parte della Asl sulle persone che hanno avvertito malesseri, la cui causa, abbiamo appreso dagli organi di stampa, essere il batterio Campylobacter” prosegue la nota diffusa da Cirfood. “Nelle giornate di lunedì 4 e martedì 5 giugno, dal centro di cottura ‘Giardino’ e dal centro di cottura ‘Carducci’ sono stati prelevati dagli organi ufficiali di controllo dei campioni di acqua di rubinetto, dei pasti-campione rappresentativi della produzione della settimana antecedente, oltre a varie materie prime utilizzate per la preparazione, che sono stati inviati per analisi all’Istituto Zooprofilattico di Teramo. Al momento – è un altro passo della nota – su indicazione dell’Autorità pubblica, i campioni non sono stati ancora sottoposti ad analisi”. “Episodi epidemici di infezione da Campylobacter sono associati prevalentemente al consumo di acqua o latte contaminati, alimenti a rischio consumati crudi e, occasionalmente, a carne di pollo. Mentre il contagio diretto da uomo a uomo è piuttosto raro”, afferma ancora la società, citando come fonte Epicentro ISS. “Vista l’ordinanza del Comune di Pescara del 5 ottobre 2017, in cui, recentemente, si è vietato l’utilizzo dell’acqua al consumo umano (per uso potabile,
per incorporazione negli alimenti e come bevanda) per le utenze in distribuzione nel plesso scolastico di via Cerulli e nel plesso scolastico di via di Sotto nella città di Pescara, è ragionevole pensare – è un altro passo della nota – che episodi epidemici dell’infezione rilevata non siano da associare ai cibi somministrati dalla Società. Questa ipotesi risulta peraltro corroborata dalla circostanza che le preparazioni previste dal menù della settimana scorsa non prevedevano alimenti tra quelli correlati alla infezione da Campylobacter”. Cirfood conclude affermando di avere “contestualmente avviato delle verifiche interne di approfondimento”.
Alcuni dipendenti delle società che gestiscono il servizio di refezione scolastica a Pescara, dopo la vicenda dei circa 180 bambini iscritti in numerose scuole di Pescara finiti in ospedale con sintomi gastroenterici provocati con tutta probabilità dal batterio Campylobacter, hanno raggiunto il laboratorio dell’ospedale per sottoporsi, su base volontaria, ad analisi e coprocoltura. Saranno i laboratori dell’Unità Operativa Complessa di Microbiologia e Virologia clinica ad occuparsi degli accertamenti sui campioni, mentre prosegue l’analisi dei campioni prelevati sui bambini finiti in ospedale.
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