Pescara. “Per sostenere l’occupazione giovanile nei principali settori del nostro tessuto produttivo occorre puntare con più decisione sull’innalzamento della qualità dell’offerta formativa di istruzione tecnica e professionale”.
A il presidente di Confartigianato Imprese Abruzzo Giancarlo Di Blasio e il segretario regionale Daniele Di Marzio alla luce di alcuni dati su occupazione e istruzione, che vedono il 70,6% degli assunti in Abruzzo con un’istruzione tecnico-professionale, mentre il 67,6% dei giovani preferisce il liceo per il proprio percorso di studi. Sono 23.904 gli studenti abruzzesi che nell’anno scolastico 2021-2022 hanno seguito percorsi di istruzione tecnica e professionale, pari al 42,4% del totale degli alunni che hanno frequentato le scuole secondarie della regione.
Numeri che collocano l’Abruzzo al penultimo posto nella graduatoria nazionale degli studenti che hanno compiuto questo tipo di scelta formativa: subito dopo l’Umbria (44,4%) e prima del Lazio (al 36%).
È quanto emerge dall’analisi dei dati del Ministero dell’Istruzione elaborati dal Centro studi di Confartigianato. In Abruzzo è Chieti, con il 44,7%, la provincia con la più alta percentuale di alunni che optano per un indirizzo tecnico professionale, seguita da Pescara con il 42,2%, da Teramo con il 41,9% e infine da L’Aquila con il 40,1%. Dall’incrocio dei dati del ministero con quelli di Unioncamere-Anpal, affiora inoltre un dato particolarmente significativo: nonostante la scuola tecnico-professionale garantisca maggiori possibilità di inserimento nel mondo lavorativo, i giovani abruzzesi continuano a preferire in larga parte il liceo.
Eppure, nel 2022, il 70,6% del personale assunto in Abruzzo possedeva un’istruzione tecnico professionale. Un dato che peraltro supera di gran lunga la media nazionale, ferma al 63,2% della domanda complessiva di lavoro da parte delle imprese in cerca di profili con tali caratteristiche formative. Un ulteriore paradosso è rappresentato dal fatto che in Italia, sebbene molti giovani abbiano scelto una formazione tecnico-professionale, resta difficile
reperire il 42% del personale (pari ad 1 milione e 377 mila lavoratori) in possesso di un’istruzione di questo tipo.
La difficoltà si riscontra soprattutto, in riferimento al livello secondario, per gli indirizzi di elettronica ed elettrotecnica (59,8%), e di meccanica, meccatronica ed energia (56,2%).
Per quanto concerne le qualifiche di formazione o diploma professionale, le maggiori criticità riguardano gli
indirizzi di impianti termoidraulici (61,9%), elettrico (54,7%) e meccanico (51,5%).
Secondo Di Blasio e Di Marzio “occorre intervenire innanzitutto sul piano della programmazione di un’offerta formativa sempre aggiornata e proiettata verso le figure professionali maggiormente richieste dal mercato del lavoro. In secondo luogo, è necessario valorizzare l’insegnamento di competenze tecnico-pratiche, soprattutto attraverso le attività di laboratorio e la professionalizzazione dei docenti tecnici”. Per ridurre l’attuale paradosso del mismatch scuola-lavoro, secondo Di Blasio e Di Marzio, “sarebbe inoltre opportuno riservare particolare attenzione all’attuazione del nuovo Sistema di orientamento scolastico e formativo, soprattutto in riferimento al Job Placement”.
In conclusione, il presidente e il segretario regionale di Confartigianato Abruzzo, “al fine di favorire l’occupabilità e l’inserimento lavorativo”, suggeriscono “di promuovere l’insegnamento delle competenze imprenditoriali, rilanciando contestualmente l’alternanza scuola lavoro e l’apprendistato duale, strumenti in grado di creare collegamenti diretti con i sistemi produttivi strategici dei territori e quindi una più facile transizione nel mondo del lavoro”.