Pescara. La trappola mortale che ha portato con se le vite degli ospiti dell’hotel Rigopiano, che ha travolto, trascinato per molti metri e poi letteralmente sotterrato, è una valanga di imponenti dimensioni che nel suo percorso violento, dall’alto della montagna, fino a valle, ha fagocitato tutto quanto incontrava: alberi, detriti, auto e bestiame. Dopo le difficili operazioni di soccorso, precedute da una lunga, faticosa, estenuante marcia, durata tutta la notte, in condizioni al limite della sopravvivenza, inizia la lenta conta delle vittime. Erano tutti nella hall, gli ospiti del Rigopiano, aspettavano lo spazzaneve, volevano andare via dall’albergo. Attendevano i soccorsi. Nulla hanno potuto fare contro la forza distruttiva della natura. La neve cadeva copiosa e raggiungeva i 4 metri di altezza, il vento gelava tutt’intorno, il buio toglieva il fiato, il sisma scuoteva la terra. Lo scenario apocalittico, a 1200 metri di altitudine, a 9 chilometri di distanza dal
piccolo centro abitato di Farindola, non lasciava presagire nulla di buono. Tanto è stato. C’è voluto tempo per raggiungere il luogo della tragedia, ci sono voluti mezzi adeguati e uomini coraggiosi, abituati alle intemperie, a lavorare in condizioni difficili, certamente non estreme come quelle che hanno incontrato durante questa traversata glaciale, storica, durante tutta una notte. 70 uomini incessantemente al lavoro per salvare vite umane.
È stato trovato vivo il cuoco, Gianpiero Parete, che era in vacanza a Rigopiano. “Io sono salvo’ aiutatemi è arrivata una valanga” questo il msg inviato ad un collega a Silvi Marina, poi al 118 di Pescara. È vivo anche Fabio Salzetta, addetto dell’albergo che nel momento della tragedia si trovava fuori dalla struttura. I due hanno trascorso la notte in macchina. Sulla pagina Facebook dell’hotel sono centinaia i messaggi di cordoglio e apprensione che molti utenti postano per testimoniare solidarietà e affetto, ma anche per cercare disperate informazioni sui propri cari. Nessuno risponde. Passano le ore. Arriva la notizia di tre corpi estratti. Intanto presso il campo base di Penne arrivano parenti e amici dei dispersi che da ieri attendono notizie, di vita o di morte, attendono notizie. Un’altra notte sta per arrivare. I soccorsi non si fermano, si scava a mani nude. Si spera per i 22 ospiti del Rigopiano, per gli 8 addetti che al momento stavano lavorando in albergo e per 4 avventori che erano di passaggio. Di questi 7 sarebbero marchigiani. “Aiuto aiuto stiamo morendo di freddo” è uno degli ultimi msg partiti ieri dal telefono di uno degli ospiti. I familiari sperano, perché la speranza non si perde. Pregano i familiari e attendono con lacrime ghiacciate il lento finale di questa immane tragedia. Qualcuno sui social suggerisce di raggiungere la cantina dell’albergo; le persone potrebbero aver trovato in quel luogo la salvezza. 24 ore sono passate, un giorno in più, aspettando domani, lavorando ancora.
I 3 corpi recuperati sono stati trasferiti in elicottero a Pescara. In base alla procedura adottata, i cadaveri vengono trasportati in obitorio per gli accertamenti del medico legale.
“Due delle vittime sono giovani – ha detto Alberto Albani, direttore del Pronto Soccorso dell’ospedale di Pescara – e sono gia’ arrivate in obitorio. La terza e’ in arrivo”. Per quanto riguarda uno dei ragazzi, Albani ha aggiunto che “il medico legale Ildo Polidoro ha gia’ provveduto all’ispezione cadaverica. Una delle vittime e’ gia’ stata identificata.
@GianlucaRubeo