Pescara. “Scendo a petto nudo a dire quello che pensa il territorio. Diciamo no alla riattivazione industriale del cementificio. Diciamo no anche ai morsi urbanistici per quanto riguarda quell’area perché Pescara ha già dato. Quello è uno spazio giacimento a favore della qualità della vita di Pescara, dei suoi bambini, delle famiglie. La nuova Pescara dovrà vedere quell’opera come il primo investimento a favore della qualità della vita. Pensiamo ad un’area che si chiamerà ‘Decementa’”. Lo afferma il governatore dell’Abruzzo, Luciano D’Alfonso, con una netta presa di posizione sulla vicenda del cementificio. Il punto della situazione è stato fatto nel corso di una conferenza stampa all’Aurum, presenti, tra gli altri, oltre a D’Alfonso, il sindaco Marco Alessandrini, il presidente della Provincia, Antonio Di Marco, rappresentanti dell’Arta e della Asl. Il presidente di Regione ha annunciato che a breve esprimerà la contrarietà del territorio al riutilizzo industriale della struttura in una lettera indirizzata al Commissario delegato dal Tribunale di Roma per la vendita del cementificio.
Il governatore ha sottolineato che il cementificio è “il primo spazio che si incontra entrando in città, è vicino al fiume, ha una grande storia identitaria che sta alle spalle e parla al futuro, ma parla al futuro come proprio recupero del tempo, del tempo liberato, del tempo della comunità. Noi lì – ha detto – ci vogliamo fare un investimento come città e come Regione che ripristini la ragione che se si viene a Pescara c’è la qualità della vita. Il bene vale un milione e mezzo. Io sto spiegano agli imprenditori che vogliono investire di non
metterci amore, perché non saranno possibili né la riattivazione industriale né speculazioni urbanistiche”. “Quell’edificio è il buongiorno che Pescara dà a chi arriva in città. Ai potenziali acquirenti che sono in mobilitazione in queste ore – ha ribadito – diciamo che la nostra pubblica amministrazione propende per un altro uso e non per la riattivazione del cementificio. Mi faccio carico di una parola molto coraggiosa: io mi colloco contro, anche amministrativamente, come persona fisica e giuridica, rispetto ad un riuso industriale. Si sappia che non è possibile far fare cemento a Pescara. Stiamo anche valutando se ci sono le condizioni per fare una
proposta di acquisto”. Anche Alessandrini ha espresso la sua contrarietà ad un “ritorno al passato in cui la città era diversa, in cui quella era periferia” ed ha sottolineato la volontà di “attualizzare quella struttura rispetto ad un uso che sia pubblico”. Di Marco ha detto che “non possiamo consentire il riuso di quel manufatto così come è stato in passato” e che la Provincia “accompagnerà tutte le iniziative finalizzate al bene della città”. Per l’Agenzia regionale per la tutela ambientale (Arta), che ha continuato i monitoraggi anche dopo la chiusura del sito, nel 2015, “le strutture sia impiantistiche sia edili sono inadeguate, a causa di un decadimento notevole”,
per cui “la riapertura o il riutilizzo non sono possibili, le condizioni che all’epoca hanno consentito le autorizzazioni ora non ci sono più, è cambiato il contesto cittadino ed è cambiata anche la qualità ambientale”. Secondo la Asl di Pescara “crea preoccupazione l’idea di avere un ulteriore elemento di inquinamento ambientale”.