Pescara. “D’Alfonso e la sua giunta su provvedimenti importanti, come quella inerente il Project Financing del nuovo ospedale di Chieti, continua ad adottare una serie di delibere illegittime, carenti di passaggi amministrativi essenziali, senza i pareri preventivi, senza visto di copertura di bilancio, senza visto, pubblicate in ritardo e, cosa più grave, senza l’approvazione e la firma dei Dirigenti e Direttori competenti. Per questa produzione di atti tutta dalfonsiana ho depositato presso la Procura di Cheti circostanziati esposti, precedute da diffide a regolarizzare gli atti, per denunciare le tante irregolarità riscontrate su questo metodo di lavoro assurdo, insostenibile e inammissibile istaurato proprio da questo Governo regionale all’interno della pubblica amministrazione regionale”. Queste le dichiarazioni del consigliere regionale di Forza Italia, Mauro Febbo, durante la conferenza stampa svoltasi questa mattina a Pescara, in merito ai provvedimenti messi in atto dal presidente della regione Abruzzo. “Il presidente D’Alfonso, in quattro anni di governo, ha costruito un modus operandi senza precedenti approvando una valanga di delibere e atti stravolgendo procedimenti amministrativi, le regole e le leggi basilari fissati da Statuto e regolamenti regionali”.“Sul Project Financing, in modo particolare, riscontriamo”, illustra Febbo con documenti alla mano”, come il direttore Rivera continua in solitaria a firmare Delibere importanti (Dgr n.495 del 9.07.2018), dove impegna l’Ente Regione a rate di 15 milioni di euro per 25 anni. Inspiegabile e senza precedenti è vedere pubblicata la DGR n.495 con la sola firma del funzionario estensore Sig.ra Capodicasa mentre mancano le firme del Responsabile dell’Ufficio, del Dirigente del Servizio e cosa più grave del Direttore del Dipartimento Sanità Angelo Muraglia, firma e parere fondamentali. Voglio rimarcare come il funzionario estensore (guarda caso moglie del segretario particolare del presidente, Enzo del Vecchio) nel deliberato riporta il parere positivo del direttore Angelo Muraglia ma poi ‘stranamente’ manca la sua firma all’atto approvato.
Non credo che questa sia solo una semplice dimenticanza anche perché riscontriamo stessa situazione nella DGR n. 540 del 29.09.2017, sempre inerente il Project Financing, dove anche qui mancano sia il parere sia le firme del direttore generale Angelo Muraglia e dei direttori e funzionari competenti, i quali costituiscono fondamento di garanzia per l’intera procedura. Per questi motivi ho presentato il 12 luglio scorso un circostanziato esposto per evidenziare e denunciare le storture, le gravi omissioni e le contraddizioni contenute all’interno degli atti (n. 540/2017 e 465/2018) approvati a distanza di soli 10 mesi. Credo che sia del tutto legittimo e opportuno chiedersi e verificare quali sono le vere motivazioni per cui manchino firme dei responsabili competenti e se ci sia la contrarietà del direttore Muraglia”. “Cosa più grave”, continua Febbo, “è riscontrare come in queste due DGR inerenti il Project Financing, oltre alla firma dell’estensore Capodicasa, ci sia solo la firma del direttore generale Rivera che ad oggi non sappiamo se ha i titoli e requisiti per ricoprire quel ruolo apicale. Secondo il tuttologo e tuttofare presidente Senatore D’Alfonso la firma del dott. Vincenzo Rivera dovrebbe sostituire quella dei dirigenti e direttori. Vincenzo Rivera però sembrerebbe non possedere i requisiti idonei per ricoprire l’incarico e questo viene sentenziato dal giudice del Lavoro del tribunale dell’Aquila Annamaria Tracanna. Infatti il mio ultimo esposto (2.07.2018) riguarda proprio la Dgr n. 33/2017 avente per oggetto il conferimento dell’incarico di direttore del Dipartimento della Presidenza e rapporti con l’Europa al dottor Vincenza Rivera. Dopo la mia prima nota del 5 aprile scorso e successivi solleciti inviati a Fabrizio Bernardini, Direttore Risorse Umane, sulla legittimità della nomina di Rivera, a cui non ho mai avuto risposta, ho protocollato un esposto per fare chiarezza sull’operato proprio di Bernardini e se nella sua attività si configuri un comportamento omissivo. Pertanto ritengo un comportamento grave, ingiustificato e inopportuno quello del dott. Rivera che continua a rivestire un ruolo apicale così importante senza conoscere se sia in possesso dei titoli e l’attestazione dei requisiti idonei come previsto alla lettera b) dell’art. 22 della L.R. 77/1999”. “Inoltre”, continua il consigliere, “voglio ricordare anche come alla procura della Corte dei Conti abbiamo già segnalato ad inizio anno come in ben 10 delibere svolgono contemporaneamente le funzioni di segretario, in maniera illegittima e irregolare, l’Assessore Paolucci e il Direttore Generale Rivera. Lo stesso Paolucci, che non potrebbe svolgere le funzioni di segretario, addirittura vota le delibere altrimenti mancherebbe il numero legale”. “Pertanto”, conclude Febbo, “dopo aver utilizzato tutti gli strumenti che il regolamento mette a disposizione del singolo Consigliere regionale e del Presidente della Commissione Vigilanza credo che sia opportuno l’intervento delle due Procure da me interpellate per arginare un modus operandi del tutto arbitrario e si proceda immediatamente alla verifica della regolarità degli atti in questione approvati da D’Alfonso prima che l’Ente Regione affondi sotto un mare di ricorsi e contenziosi milionari che erediterà il prossimo Governo regionale ”.
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