Pescara. “Aiutatemi a morire”. E’ l’appello che rivolge in un post di ‘commiato’, come lo definisce lui stesso sul suo blog, Severino Mingroni, presidente onorario di Radicali Abruzzo, affetto da oltre 18 anni dalla sindrome locked-in che lo rende gravemente disabile, conseguenza di una trombosi all’arteria basilare destra. Mingroni, 55 anni, residente a Casoli (Chieti) e assistito dalla madre 79enne, riuscito a recuperare l’uso dei muscoli del collo, comunica tramite ausili informatici. La sua vicenda personale, raccontata anche in un piccolo compendio di 30 pagine disponibile sul sito dell’Aduc, lo ha spinto ad impegnarsi insieme ai Radicali per la legge regionale sulla Vita Indipendente. È legato all’associazione “Luca Coscioni” ed è tra i sostenitori della proposta di legge sull’eutanasia legale. Mingroni non risparmia epiteti volgari nei confronti di politici e della condizione nella quale è costretto a vivere. Dopo più di 18 anni «non ne posso più» – scrive nel post -, siccome i nostri politici non concedono quasi nulla, «nemmeno il suicidio assistito, e siccome infine non ho molti soldi, chiedo davvero ad una anima buona di porre finalmente fine alla mia vita infernale, non appena mia madre non ci sarà più. Si, perchè non voglio morire andando in Svizzera, ma voglio porre fine alla mia vita infernale qui nel mio letto». La sindrome locked-in è una condizione nella quale il paziente è cosciente e sveglio, ma non può muoversi oppure comunicare a causa della completa paralisi di tutti i muscoli volontari del corpo.
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