Pescara. Erano circa le 20:30 quando, ieri sera, la polizia ha rintracciato sul litorale di Pescara Gaia Fiorentini e Gaia Maria Perasso, le due diciassettenni di Fidenza (Parma) scomparse venerdì pomeriggio 29 giugno dal camping Mirage di Marina di Altidona (Fermo), dove erano in vacanza con la famiglia Fiorentini. Le due ragazze erano cercate in tutta Italia da sabato, dopo l’avvio da parte della Prefettura di Fermo della procedura per i minorenni scomparsi, con a diffusione di foto e nomi. Molti volantini erano stati affissi nelle località più vicine a Marina di Altidona, anche se la pista privilegiata era stata da subito quella dell’allontanamento volontario, dato che Gaia e Gaia Maria, compagne di scuola e amiche per la pelle, si erano portate dietro uno zaino con dei vestiti e un po’ di denaro. Rimini, dove si è svolto un evento musicale con Fedez, o Pescara, dove era previsto un rave party nel fine settimana, erano apparse subito le mete più probabili, insieme a moltissime segnalazioni arrivate via social o canali tradizionali, vagliate dal Commissariato di Fermo, che ha condotto e coordinato le ricerche.
Che alla fine si sono concentrate sulla città abruzzese, anche sulla scorta della segnalazione di un giovane dell’Aquila a Chi l’ha visto?: ha detto di avere incontrato le due ragazze in spiaggia a Pescara la mattina di sabato. Per gli agenti del commissariato fermano sono stati tre giorni di lavoro intensissimo a fianco della Prefettura, “un lavorone”, la prova generale della nuova Questura che verrà inaugurata a Fermo il 16 luglio, diretta dal neo questore Luciano Soricelli, che ha guidato le ricerche. Per le famiglie Perasso e Fiorentini tre giorni di angoscia e di appelli lanciati tramite i media. “Con tutto quello che si sente in giro al giorno d’oggi, se ci contattassero, se ci facessero sapere che stanno bene per noi sarebbe un grosso sollievo – hanno detto ieri Paola Muroni e Davide Fiorentini -. Tornate a casa il più presto possibile, non c’è nulla da temere”. Ora i genitori le possono riabbracciare, la polizia le ha portate fino al camping, diventato la base per le famiglie. “Stanno bene e questa è la cosa importate” dice l’avvocato Cristina Perozzi, della Croce Rossa Marche, che assiste i Perasso. Per i chiarimenti ci sarà tempo.
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