Pescara. Nel 25 per cento dei corsi d’acqua abruzzesi e nel 22,5 per delle acqua sotterranee sono stati rinvenuti pesticidi. Superamenti dei limiti di legge sono stati riscontrati nel 5,8 per cento dei campioni per le acque sotterranee. E’ quanto emerge dal “Rapporto nazionale pesticidi nelle acque. Dati 2011-2012. – Edizione 2014″ predisposto dall’Istituto Superiore per la Ricerca e la Protezione dell’Ambiente (Ispra) e reso noto dal Forum Abruzzese dei Movimenti per l’Acqua. Il rapporto parla chiaro: le acque di falda e i fiumi in Italia contengono importanti quantita’ di pesticidi. L’Abruzzo non fa eccezione. Le indagini e le analisi di laboratorio sono state effettuate dall’Arta (Agenzia Regionale per la Tutela dell’Ambiente), che in Abruzzo risulta aver cercato 53 molecole rispetto alle 400 sostanze impiegate attualmente in agricoltura. I campionamenti 2012 riguardano una rete di 120 punti delle acque sotterranee, con una densita’ rispetto al territorio superiore alla media nazionale, mentre i 28 punti delle acque superficiali sono inferiori alla media e non sufficientemente rappresentativi. Nello specifico, sono stati trovati pesticidi in 7 punti (25 per cento) delle acque superficiali, dove sono state rinvenute 7 sostanze: metolaclor e terbutilazina sono le piu’ frequenti. Nelle acque sotterranee e’ stata riscontrata la presenza di residui nel 22.5 per cento dei punti. Sedici le sostanze rinvenute, le piu’ frequenti sono: oxdiazon, metolaclor, pendimetalin, endosulfan-solfato. Il Forum in una nota sottolinea che “in realta’ la stessa Ispra, commentando i dati provenienti da tutte le regioni, sottolinea che il monitoraggio dei pesticidi nelle acque in Italia non e’ adeguato, sia per sforzo di campionamento sia per numero di molecole cercate. Criticita’ vi sono anche rispetto ai limiti di legge da considerare, non stabiliti specificatamente per molte sostanze, e riguardo agli effetti sinergici, quando sono presenti contemporaneamente nello stesso campione piu’ pesticidi. “Il commento dell’Ispra sui dati abruzzesi sottolinea che, mentre la densita’ di punti di monitoraggio sulle acque sotterranee e’ superiore alla media nazionale, per i fiumi lo sforzo di campionamento e’ minore. Inoltre il numero di sostanze cercate, 53, e’ basso, sia nei confronti della media nazionale sia, come per il resto d’Italia, considerando il numero di sostanze usate in agricoltura (come detto 400, otto volte il numero delle sostanze cercate!)”. Secondo il Forum, le lacune del monitoraggio evidenziate dalla stessa Ispra devono essere “assolutamente colmate, attuando una ricerca su tutte le sostanze immesse nell’ambiente nel settore agricolo. In ogni caso, poiche’ i dati esistenti individuano una contaminazione diffusa, che potrebbe essere la punta di un iceberg, bisogna puntare ad un rigido controllo sull’uso di queste sostanze e sul corretto smaltimento dei rifiuti collegati a queste attivita’”. Per il Forum, inoltre, “in generale e’ indispensabile diminuire drasticamente gli input chimici in agricoltura. Il prossimo Piano di Sviluppo Rurale deve incidere con maggior forza in questo settore, partendo dall’introduzione del divieto di uso dei pesticidi su ampie fasce di rispetto attorno ai fiumi e sui terreni che insistono sulle falde piu’ vulnerabili. Esistono forme di conduzione dei campi e tecnologie piu’ sostenibili che devono diffondersi il piu’ rapidamente possibile”.
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