Pescara. È durato poco meno di un’ora e mezza l’interrogatorio di Luciano D’Alfonso indagato dalla Procura di Pescara per la tragedia dell’hotel Rigopiano di Farindola (Penne), travolto il 18 gennaio 2017 da una valanga che provocò 29 morti. Questo filone . In particolare il governatore è indagato nell’ultima tranche dell’inchiesta relativa alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv). Il presidente della Regione Abruzzo, accompagnato dal suo legale Giuliano Milia. aveva portato con sé una robusta documentazione. D’Alfonso è indagato per omicidio, disastro, lesioni colpose ed è stato interrogato dal capo della Procura Massimiliano Serpi e dal sostituto procuratore Andrea Papalia. Presenti anche i carabinieri forestali con il tenente colonnello Annamaria Angelozzi.
Con lui sono indagati nel procedimento seguito dal capo della procura Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia anche i due ex presidenti di Regione Ottaviano del Turco e Gianni Chiodi, quest’ultimo ascoltato dai PM la scorsa settimana. Con loro sul registro degli indagati sono finiti anche altri esponenti politici e funzionari regionali. “Questa mattina sono stato audito per circa due ore dai pubblici ministeri titolari dell’inchiesta sull’hotel Rigopiano. Sono molto soddisfatto dell’incontro. Ho risposto in maniera articolata alle domande puntuali dei magistrati, fornendo tutti i chiarimenti che di volta in volta mi venivano richiesti”. E’ il commento di D’Alfonso a margine dell’interrogatorio.
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