Pescara. “Come purtroppo è noto, in quel periodo c’era il problema del terremoto, il problema di una città distrutta da ricostruire”. Così l’avvocato Alfredo Iacone, questa mattina in tribunale a Pescara, al termine dell’interrogatorio della sua assistita, Daniela Stati, assessore regionale con delega alla Protezione civile dal 19 gennaio 2009 al 3 agosto 2010, indagata insieme ad altre 14 persone nell’ultima tranche dell’inchiesta sulla tragedia dell’Hotel Rigopiano di Farindola (Pescara), rispondendo ad una domanda dei giornalisti sulle responsabilità della sua assistita rispetto alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga.
Stati, indagata proprio in riferimento alla mancata realizzazione della Carta di localizzazione dei pericoli di valanga (Clpv), è stata ascoltata per poco più di mezz’ora dal procuratore capo di Pescara, Massimiliano Serpi e dal sostituto Andrea Papalia, titolari dell’inchiesta. “Possiamo dire soltanto che la dottoressa Stati ha chiarito la sua posizione – ha aggiunto l’avvocato dell’ex assessore – evidenziando la totale estraneità rispetto a qualunque responsabilità penale per le condotte ipotizzate”.
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