Pescara. Firmato stamane l’atto di transazione fra Comune di Pescara, il concessionario Consorzio Sapro e l’impresa esecutrice dei lavori ATI Astaldi Spa (capogruppo mandataria), Matarrese Spa, Salini Costruzioni Spa e Toto Spa (mandanti), relativo al componimento del contenzioso in corso da vari decenni sui lavori di realizzazione del Palazzo di Giustizia di Pescara. La transazione comporterà un risparmio di 2.602.012,64 milioni di euro per le finanze comunali. A questo vantaggio di non trascurabile entità, si aggiungerà l’accollo da parte del Consorzio Sapro ed ATI Astaldi dei lavori di rifacimento dei rivestimenti esterni del Palazzo, con la sostituzione delle attuali lastre, il cui distacco ha sinora precluso la possibilità di collaudare l’opera, conferendole la piena agibilità. La transazione è stata contestualmente illustrata in presenza del sindaco Marco Alessandrini, il presidente della Regione Abruzzo all’epoca dell’apertura del Palazzo di Giustizia sindaco di Pescara, nonché Gabriele Paolo, Direttore del Consorzio Sapro, Marco Foti, direttore generale Astaldi, di Paola Di Marco, a capo dell’Avvocatura comunale, i consulenti esterni, avvocati prof. Osvaldo Prosperi e avvocato Carlo Montanino, il dirigente del Settore Patrimonio Pierpaolo Pescara.
“Questa è una giornata emozionante al pari dell’inaugurazione del Ponte Flaiano – ha esordito il sindaco Marco Alessandrini – L’accordo è una questione eccezionale che pone fine a un contenzioso che dura da vent’anni e che oggi giunge a definizione con tanta buona volontà delle parti. Due questioni fra tutte, la prima è il risparmio di 2,6 milioni di euro sulle somme che si sono sviluppate in tanti anni di contenzioso. Altrettanto importante è la possibilità ora di eliminare “l’invalidità civile” del Tribunale, perché verranno sostituite quelle lastre che per il rischio caduta sono state un impedimento fino ad oggi per alcune zone dell’edificio che sono state transennate. Il Palazzo di Giustizia proprio a causa di tale rischio non è collaudato e solo un sindaco coraggioso come fu all’epoca Luciano D’Alfonso poteva prendere in consegna un’opera non collaudata perché diventasse operativa. Faccio un ringraziamento speciale al pool legale del Comune e degli esperti che ci hanno accompagnato, ai soggetti interpreti di questa intesa che arriva dopo un lunghissimo viaggio durato quasi vent’anni: perché con buona volontà hanno limato le distanze che allontanavano la meta, insieme alla struttura comunale che ha fatto la sua parte. Noi facciamo i conti con 15 anni di giudizi, lodi arbitrali, sentenze definitive della Corte di Cassazione. Come comune verseremo 6.768.000 circa, è una somma che consente un risparmio di 2.600.000 rispetto alle risultanze dei tribunali ed esclude anche il computo degli interessi. Somme che hanno piena copertura nel nostro bilancio, perché abbiamo considerato tutta la situazione economica dell’Ente durante questi tre anni di procedura di riequilibrio. L’Amministrazione si riserva ora di agire per portare a carico del Ministero della Giustizia tutti gli oneri che riguardano la manutenzione di una struttura dove si esercitano attività di competenza”.
“Questa opera è una infrastruttura che consente il diritto alla giustizia e una delle più grandi opere a rilevanza urbana concepita, progettata e messa in esercizio – così il presidente della Regione Luciano D’Alfonso – Forse una punta di gigantismo c’è stata e mi ricordo che al Cipe per questi fondi non arrivavano richieste, a causa della paura che determinava l’atmosfera che si viveva all’epoca. Noi abbiamo saputo metterla in esercizio, nonostante l’incompiutezza del collaudo, facendoci carico di responsabilità pur di vederla attiva. Perché le opere pubbliche devono essere completate, è una questione di moralità: contengono progetti, risorse e servizi che devono trovare attuazione. Apprezzo per questo il senso di responsabilità delle imprese che sono giunte a conclusione del contenzioso. Ora dobbiamo fare in modo che la manutenzione minuta venga convenzionata fino a certi livelli di spesa, a rimborso; per il futuro sarà questa la migliore soluzione per concepire una formula che consentirà la durevo.
“Sono 44 anni che faccio questo mestiere, ho costruito opere in tutta Italia e mai una è rimasta senza collaudo – lezza dell’opera – aggiunge l’ingegner Marco Foti, direttore generale Astaldi – ho ritenuto necessario chiudere il contenzioso proprio per questo. Nelle altre occasioni capitate devo dire che non ho trovato funzionari pubblici così operativi come a Pescara, anche per tale situazione è stato possibile arrivare a questa sintesi che è la migliore, anche per la pubblica amministrazione”.
“C’è stato un interesse comune a chiudere la vicenda nel modo migliore dal punto di vista sia tecnico che amministrativo – aggiunge Gabriele Paolo, Direttore del Consorzio Sapro – Il tutto si è svolto con la massima lealtà da parte di tutti, cercando anche di essere un po’ empatici e arrivando a questa soluzione che ci sembra buona per tutti”.
“Nel 90 mi fu chiesta una consulenza e io diedi il mio placet – racconta il professor Osvaldo Prosperi – prima di fare le consegne dell’opera, l’ho vissuta anche come una mia seconda casa. Questa vicenda attraversa varie amministrazioni, l’ho sempre affrontata guardando alle istituzioni e non alle persone e sono dispiaciuto verso il Ministero, che è stato sordo e quindi arrivare a tale accordo significa avere i lavori al più presto”.
“A parte questa procedura, a breve faremo un bando per l’alienazione delle lastre di risulta – annuncia il vice sindaco Antonio Blasioli – mettendo in vendita le lastre che verranno sostituite con altre identiche alla vista, ma di grès porcellanato, avremo la possibilità di ricavare 720.000 euro per i 24 lotti di lastre da 1000 metri quadri ciascuno”.
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