Farindola. Paola Tomassini non è morta sul colpo. A rivelarlo il suo traffico telefonico fatto di messaggi e chiamate mai arrivati ai destinatari. Sepolta sotto le macerie dell’hotel Rigopiano, Paola sarebbe rimasta in vita almeno quaranta ore dopo la valanga. Il copro senza vita della donna è stato ritrovato solo il 23 gennaio, ben cinque giorni dopo. Come riporta Repubblica “Paola è viva alle 16.54, qualche minuto dopo la valanga. «Aiuto», scrive con whatsapp. E ancora, pochi secondi dopo: «Sono bloccata dalle macerie, aiutoooo». Paola è viva alle 17.20, quando prova a inviare due sms alla sua amica Rosy, implorandola di dare l’allarme. È viva alle 17.26 quando digita che «c’è stata un’esplosione». «Vi amo tutti salutami mamma» ” E’ questo il suo ultimo messaggio alla sua famiglia, forse è il momento in cui realizza che non sarebbe più uscita viva. E poi un cuore alle sorelle, ai tre nipoti e alla mamma ottantenne. Tredici in tutto i messaggi che la donna ha cercato di inviare nel tentativo disperato di chiedere aiuto. Quindici, invece, le chiamate ai soccorsi. “Nelle ore successive non scrive più, ma prova a ripetizione a chiamare il 112”. Quando i vigili del fuoco del reparto Usar del Veneto e della Lombardia l’hanno finalmente raggiunta nel locale del bar dell’hotel aveva il telefono nella mano. Paola Tomassini aveva 46 anni, era originaria di Montalto e lavorava all’autogrill di Campofilone sull’A14. A Rigopiano era col suo fidanzato Marco Vagnarelli, anche lui rimasto ucciso. Sui loro cellulari gli investigatori hanno trovato anche le tracce del panico provocato dalle scosse del terremoto e dall’impossibilità di andarsene dal resort per colpa della provinciale ricoperta di neve e non pulita dalla turbina. «Non sappiamo dove andare, siamo bloccati», scrivono prima della slavina. «Non si sa se arriva lo spazzaneve, dicono che è difficile anche per il mezzo».
“Oggi i miei assistiti sono stati informati che Paola non è morta il giorno 18 gennaio, ma è sopravvissuta per alcuni giorni, ed ha tentato di inviare messaggi whatsapp con richieste di aiuto, e inviato un saluto a tutti i suoi cari” Così in una nota alla stampa l’avvocato Rosanna Polini. “La famiglia tutta chiede di essere rispettata in questo ennesimo dolore e pretende la massima riservatezza. Certi che questo costituisce un ulteriore elemento di indagine per la Procura, sulla quale si ha completa fiducia per ottenere giustizia per la propria cara, e le altre vittime”.