L’Aquila. Ritarda la riapertura di alcuni istituti scolastici in provincia di Pescara per consentire i lavori di ripristino dopo il terremoto del 30 ottobre. Si tratta di interventi urgenti per riparare lesioni non strutturali agli edifici di proprietà della Provincia. Le decisioni sono state assunte dal dirigente del settore edilizia scolastica della Provincia, ing. Paolo D’Incecco, in seguito ai sopralluoghi svolti con l’ausilio dei Vigili del Fuoco. La sospensione dell’attività didattica negli istituti “A. di Savoia” di Popoli e “A. di Savoia” di Torre de’ Passeri proseguirà fino al 12 novembre; all’Itas “Cuppari” di Alanno fino al 9 novembre e all’Ipsaa “Cuppari” di Cepagatti fino a lunedì 7 novembre. Interdetta poi l’attività scolastica in quattro aule dell’istituto “Guglielmo Marconi” di Penne (Palazzo De Sterlich); a Pescara in due aule della sede storica dell’Istituto Tito Acerbo ¬ nonché all’ingresso della succursale e ai servizi igienici e agli spogliatoi della succursale di via Parco Nazionale d’Abruzzo; nel lato nord del corridoio di collegamento tra le palazzine dell’istituto tecnico “Alessandro Volta”. Nella stessa disposizione è stato stabilito, acquisiti i pareri dei rispettivi dirigenti scolastici, di trasferire temporaneamente presso l’ITC “Alessandrini” di Montesilvano cinque classi dell’Omnicomprensivo “B. Spaventa” di Città Sant’Angelo.
Scuole di ogni ordine e grado chiuse a Teramo, con riapertura stabilita per giovedì 10 novembre, salvo eventuali nuove disposizioni. Lo ha deciso il sindaco, Maurizio Brucchi, d’intesa con il presidente della Provincia, Renzo di Sabatino. La decisione scaturisce dalla necessità di garantire il completamento delle verifiche sugli immobili da parte della Protezione Civile dopo il terremoto di domenica scorsa e consentire piccoli lavori di manutenzione. I sindaci di altri comuni del Teramano stanno decidendo il periodo di chiusura. A Montorio al Vomano, il cui centro storico è stato dichiarato ‘zona rossa’, il sindaco ha deciso la riapertura di tutte le scuole per venerdì 11 novembre. “Non risultano problemi nei plessi scolastici provinciali di Nereto e Sant’Egidio alla Vibrata e i sindaci della Vibrata decideranno quando riaprire le scuole; ad Atri, dove è stata accertata l’agibilità degli istituti, l’attività didattica dovrebbe riprendere il 7 novembre” si legge in una nota della Provincia. Sono ancora in corso interventi di “riparazione danni su elementi non strutturali” in altri 12 istituti. “Una precisazione doverosa per le famiglie e gli studenti giustamente preoccupati ¬ dice Di Sabatino ¬ Abbiamo anche la responsabilità di affrontare i problemi con la dovuta serenità e lucidità senza le quali sarà più difficile uscire dalla condizione di precarietà che in tutti noi ha ingenerato il terremoto. Riapriamo scuole dichiarate agibili da tecnici qualificati, la partita della vulnerabilità sismica è un’altra cosa. Con il contributo del Governo che anche negli ultimi Decreti sta affrontando con le dovute misure, finanziarie e amministrative, il problema della sicurezza, siamo già al lavoro per programmare interventi e quantificare risorse le necessarie. Di nostro abbiamo disponibili i due terzi di quello che ricaveremo dalla vendita della caserma dei Carabinieri di Teramo, circa 4 milioni di euro, per il resto dei finanziamenti aspettiamo risposte che, sono certo, arriveranno. A questo obiettivo dobbiamo lavorare tutti insieme, anche con dirigenti scolastici, genitori, studenti in piena trasparenza: otterremo risultati migliori e in minor tempo”. Sono ancora in corso interventi di “riparazione danni su elementi non strutturali” nei seguenti istituti: Teramo: Pascal, Forti, Convitto Delfico, Di Poppa, Ipsia, Iti, Liceo Artistico Castelli: Istituto Grue Giulianova: Liceo Curie, Ipse Crocetti, Ipias Pagliaccetti, Itt Cerulli dove le atre scuole riapriranno il 9. “Una precisazione doverosa per le famiglie e gli studenti giustamente preoccupati ¬ precisa il presidente Renzo Di Sabatino ¬ le vostre preoccupazioni sono anche le mie e quelle di tutti gli amministratori ma abbiamo anche la responsabilità di affrontare i problemi con la dovuta serenità e lucidità senza le quali sarà più difficile uscire dalla condizione di precarietà che in tutti noi ha ingenerato il terremoto.