Pescara. “Il nome della nuova città, frutto della fusione tra Pescara, Montesilvano e Spoltore, non è argomento di dibattito, ma è già scritto nella legge approvata il 28 febbraio 2023, ovvero Pescara, come previsto negli ultimi due emendamenti approvati dall’aula. Non si tratta di una questione di campanile, e sbaglia chi sceglie tale chiave di lettura, ma è piuttosto una scelta logica, di buon senso e naturale.
Pescara è già oggettivamente capoluogo di provincia, e aggiungere l’aggettivo ‘nuova’ non ha alcuna attribuzione migliorativa né modificativa.
Credo che il dibattito debba svolgersi su altri temi, ovvero sulle garanzie di tutela e rispetto delle identità e delle specificità dei tre territori, garanzie che la Regione Abruzzo ha già dato attraverso una legge chiara, dirimente, che fissa paletti e scadenze inequivocabili”.
È quando ribadisce il presidente del Consiglio della regione Abruzzo Lorenzo Sospiri, chiarndo il nome della futura città di Pescara.
“Il nome di Pescara resta ed è immodificabile – ha ribadito –, ma soprattutto è la scoperta dell’acqua calda visto che già nella legge regionale del febbraio scorso, quella con cui modificando il testo normativo del 2018 abbiamo fissato gli step progressivi del processo di unificazione, slittato al 2027, abbiamo stabilito il nome della città sopprimendo l’aggettivazione ‘nuova’.
Decisione sacramentata attraverso l’approvazione di due emendamenti, richiesti durante le audizioni in Commissione: Pescara è una denominazione sicuramente semplificativa, che nulla toglie al rispetto che comunque verrà garantito a tutti i territori protagonisti della fusione. Suona strano che gli amministratori di Montesilvano e Spoltore se ne accorgano solo oggi, a 10 mesi di distanza e di lavoro delle Commissioni speciali che hanno avviato l’unione dei servizi consentendo il rinvio della fusione. Perché, ed è bene ricordarlo, lo slittamento non è stato accordato dalla Regione Abruzzo per simpatia, ma solo perché sono stati compiuti gli atti e i passi stabiliti dalla legge di febbraio, ovvero le tre amministrazioni coinvolte hanno dimostrato buona volontà e spirito di collaborazione avviando l’unificazione dei primi servizi pubblici in scadenza e varando la prima bozza dello Statuto. Se tali step non fossero stati rispettati, come stabilito dalla legge, l’unificazione dei tre servizi sarebbe scattata il primo gennaio2024, ossia tra appena due settimane.
E come già ribadito in più occasioni, si sta lavorando per giungere alla fusione, all’armonica unione, dei tre comuni, non certo all’accorpamento, non scompariranno due comuni a favore di un terzo, non cancelleremo identità, storia e tradizioni, e per questo costituiremo anche i Municipi, ma la denominazione, semplicemente più bella e naturale, è parte integrante della legge, che non presenta alcun problema di costituzionalità”.