Lettomanoppello. Sul territorio di Lettomanoppello ha sede un importante sito legato al culto di San Michele Arcangelo, databile al VII secolo d.C., un importante luogo storico e dalla forte spiritualità.
Documenti d’archivio, infatti, riportano notizie sulla devozione che la comunità lettese ha tributato all’Arcangelo con una processione che l’8 maggio di ogni anno, muoveva a piedi dal paese fino alla grotta dov’è tuttora collocata la statua del Santo.
Sulla sponda lettese del torrente Sant’Angelo, un ampio riparo naturale sotto roccia custodisce la statua di San Michele, copia dell’originale che fu rubata e poi recuperata dai Carabinieri, ora conservata presso il Museo delle Genti d’Abruzzo a Pescara.
Vicino alla grotta sono stati rintracciati segni connessi ad un’attività cultuale risalenti al periodo Paleolitico. La venerazione tributata a San Michele Arcangelo è tra gli aspetti più interessanti della devozione popolare in territorio lettese.
Con riferimento al luogo di culto dedicato al San Michele Arcangelo di Lettomanoppello, l’arciprete Rulli, allora parroco del paese, compilò una relazione datata all’ottobre del 1844 e inviata a Monsignor Saggese, vescovo di Chieti:
“Vi furono tre ville nel territorio di esso …. La terza finalmente in contrada S. Angelo due miglia distante dal paese verso mezzogiorno, anche del tutto distrutta. Vi si conserva ancora, in mezzo a quelle caverne confinanti col fosso di Roccamorice, il sito di una Chiesa, all’incontro della quale esiste la statua di detto Santo, ma tutta rovinata. I più vecchi del paese dicono di aver inteso raccontare dai loro padri, morti 40 – 50 anni addietro, che in ogni anno il popolo nel giorno 8 Maggio, si portava processionalmente in detta Chiesa e l’arciprete vi celebrava la Messa, quindi ai tempi loro furono testimoni di tali funzioni perché vi intervenivano”.
In paese attorno alla figura dell’Arcangelo si addensano alcune credenze popolari che si originano proprio in ragione della natura angelica di San Michele: nessuna chiesa o abbazia, infatti, avrebbe mai potuto vantare di conservare reliquie corporali dell’Arcangelo e la sua grande venerazione, già a partire dal primo Medioevo, fu perciò messa in relazione ad apparizioni e altri eventi prodigiosi quali segni tangibili della sua presenza. In merito, ricordiamo la leggenda delle “impronte” lasciate dal Santo sulla roccia, oppure delle stoffe che, appartenute al santo, sarebbero state visibili nella grotta.
A tal proposito, va evidenziato che l’attuale amministrazione comunale di Lettomanoppello del Sindaco Simone D’Alfonso vorrebbe riproporre l’antica processione dell’8 maggio in onore di San Michele riportata dal Rulli nel 1844, sia per la riscoperta delle tradizioni e dell’identità lettese, sia per la valorizzazione della Grotta Sant’Angelo, come dichiarato dall’Assessore al Turismo di Lettomanoppello, Arianna Barbetta che ha dichiarato:
“La Grotta di San Michele Arcangelo merita di essere conosciuta per le sue tante particolarità. È una delle tappe del Cammino di Celestino del Parco Nazionale della Maiella e uno dei siti promossi dall’Associazione Nazionale Città delle Grotte, inoltre è stato inserito da poco nel progetto “I Luoghi Sacri dell’Arcangelo Michele” del “Centro Culturale Studi Storici” .
Si trova – ha continuato l’Assessore Arianna Barbetta – alla fine di un percorso naturalistico dove si incontrano capanne in pietra a secco, sorgenti e per chi ha occhio, facendo un po’ di attenzione, anche una storica cava degli scalpellini locali dove estraevano a mano la pietra. Il luogo perfetto da visitare per chi ama camminare nella natura, tra cultura, storia e tradizioni.”
“Il culto di San Michele Arcangelo – ha concluso Simone D’Alfonso, Sindaco di Lettomanoppello – è rilevante per i Lettesi, ma anche per i turisti che tutti i weekend arrivano alla grotta e rimangono affascinati dalla particolarità di questo sito di esclusiva bellezza”.