Pescara. Sei persone arrestate e 12 indagati a piede libero nell’ambito di un’operazione dei Carabinieri di Pescara che hanno smantellato un sodalizio dedito allo spaccio nel capoluogo adriatico. Agli arresti, eseguiti stamani nel corso di un’imponente operazione che ha interessato anche le province di Chieti e Teramo, si è arrivati a partire dalle indagini sull’omicidio di Alessandro Neri, 29enne di Spoltore scomparso di casa il 5 marzo 2018 e trovato morto tre giorni dopo in un torrente alla periferia di Pescara. Gli arrestati sono i fratelli Junior e Yordan Insolia, 31 e 23 anni, Marco Lapenta, 35 anni, Fkaviano Spinelli, 33 anni, Christian De Sanctis, 28 anni, e Giulia Spinelli, 29 anni. Sono tutti in carcere a Pescara, ad eccezione della donna, finita ai domiciliari perché incinta.
Le ipotesi di reato contestate sono detenzione e spaccio di sostanze stupefacenti, in particolare hascisc e cocaina, estorsione, porto e detenzione di armi comuni da sparo e danneggiamento di un’autovettura. Nel corso dell’attività odierna, cui hanno preso parte circa cento Carabinieri con l’ausilio di unità cinofile ed elicottero, oltre ai provvedimenti di custodia cautelare, sono state eseguite una quindicina di perquisizioni domiciliari, tra Pescara, Silvi, Francavilla al mare e Sambuceto di San Giovanni Teatino. Le indagini hanno consentito di delineare i livelli gerarchici della filiera di distribuzione dell’a droga: al vertice c’era Flaviano Spinelli, da cui si rifornivano Junior Insolia , Marco Lapenta e la compagna, poi moglie, Giulia Spinelli, i quali a loro volta si avvalevano della collaborazione di De Sanctis per lo smercio al dettaglio. Criptica la terminologia utilizzata per riferirsi alla droga e al suo consumo, come emerso dalle conversazioni intercettate.
Dalle indagini è emersa l'”aggressività e la pericolosità” dei fratelli Insolia, ritenuti responsabili di lesioni e intimidazioni. Il lavoro degli investigatori ha consentito di accertare l’esistenza di diversi e numerosi poli di spaccio che operavano prevalentemente nel quartiere di San Donato, collegati tra di loro come se fossero dei “satelliti”. Da qui il nome dell’operazione, appunto “Satellite”, anche perché il quartiere è conosciuto come “città satellite”. Il volume di affari era di migliaia di euro a settimana, periodo in cui venivano smerciati numerosi etti di cocaina. In una circostanza è stata utilizzata una bambina di 11 anni, assolutamente inconsapevole, per recapitare dello stupefacente ad un acquirente. L’ordinanza di custodia cautelare è stata emessa dal gip di Pescara Antonella Di Carlo, su richiesta del pm Luca Sciarretta. I dettagli dell’operazione sono stati illustrati in conferenza stampa dal colonnello Marco Riscaldati, comandante provinciale dell’arma, e dai comandanti del Reparto Operativo e del Nucleo Investigativo, il colonnello Gaetano La Rocca e il maggiore Massimiliano Di Pietro.