Pescara. Era una busta grande, chiusa in modo rudimentale e con approssimazione. Così è stato confezionato il pacco inviato ieri mattina nella sede di via Giulio Vincenzo Bona, a Roma, stabile in cui si trova la direzione centrale di Strada dei Parchi concessionaria di A24 e A25.
Il confezionamento farebbe pensare a un gesto di uno sconsiderato, ma gli investigatori non tralasiano alcuna pista. Si tratta di due buste con tre proiettili ciascuna e minacce di morte. Le buste erano contenute in un unico plico. I sei proiettili erano vuoti, senza polvere da sparo.
Le minacce, secondo indiscrezioni, sarebbero riferite alla questione sicurezza dei viadotti delle autostrade A24 e A25. Secondo Strada dei Parchi, “il fatto è da ricollegare al clima avvelenato che si è creato intorno alla vicenda del falso allarme sulle condizioni di sicurezza della due autostrade, per meglio dire la spettacolarizzazione dei falsi allarmi”.
Le indagini non tralasciano alcun dettaglio e i rilievi degli artificieri sono al vaglio degli inquirenti. Sono state sequestrata la busta e le sei cartucce dagli investigatori della Squadra Mobile di Roma che indagano sul caso e che non escludono alcuna ipotesi investigativa.
Tra le reazioni, quella ad arrivare per prima nella serata di ieri è stata quella del presidente della regione vicario Giovanni Lolli che ad AbruzzoLive ha parlato di “un fenomeno di imbarbarimento inaccettabile”. “Sono cose terribili”, ha spiegato, “e sono preoccupato del fatto che sono gesti che stanno avendo una sequenza sempre più repentina”.
Inevitabile il parallelismo con l’episodio accaduto sette giorni fa, quando una busta con un proiettile calibro 9 e una lettera con minacce di morte è stata inviata alla prefettura di Chieti, indirizzata all’ex governatore della Regione Luciano D’Alfonso, all’assessore Silvio Paolucci e al collega Dino Pepe oltre che al manager della Asl di Lanciano Vasto Chieti Pasquale Flacco, al direttore Vincenzo Orsatti, al sindaco di Lanciano Mario Pupillo. La busta era indirizzata al questore Ruggiero Borzacchiello.