Farindola. “Se tra gli indagati non compaiono persone fisiche, dipendenti o rappresentanti della Prefettura o della Regione Abruzzo, la spiegazione è che allo stato delle indagini non abbiamo individuato condotte di singole persone fisiche che paiano penalmente rilevanti, in relazione alle ipotesi di reato di cui oggi parliamo, cioè omicidio colposo e lesioni colpose”. Così il procuratore della repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, titolare dell’indagine sul disastro dell’Hotel Rigopiano, spiega come mai assieme ai sei indagati, tra i quali il presidente della Provincia di Pescara, Antonio Di Marco, il sindaco di Farindola (Pescara), Ilario Lacchetta e altri dipendenti dei due enti, non compaiono esponenti della Regione Abruzzo e della Prefettura di Pescara, contro i quali avevano mosso accuse alcuni legali dei familiari delle vittime. “La procura non fa il processo agli enti, ma fa le indagini sui comportamenti di persone fisiche prosegue Tedeschini . Quando si chiede dove sono la Regione o la Prefettura, sono questioni che chiamano in causa riflessioni diverse dalle nostre i piani di valutazione sono tanti e il mio piano di valutazione è quello del penale, io non faccio responsabilità civile, non faccio responsabilità disciplinari e soprattutto non faccio responsabilità politiche”. In particolare, rispetto al ruolo di coordinamento della Prefettura di Pescara, Tedeschini spiega: “La mia indagine non mi ha portato lì. La mia indagine, che verte sulla ricostruzione dei fatti, sul capire chi doveva fare che cosa, chi stava dove e chi sapeva cosa rimarca il magistrato oggi mi porta su quelle sei persone fisiche”.
“Sulla prevedibilità dell’evento valanga sembrano confluire tante fonti di prova”. Così il procuratore della Repubblica di Pescara, Cristina Tedeschini, in merito alle indagini sul disastro dell’Hotel Rigopiano, dopo che ieri sono state iscritte sei persone nel registro degli indagati con le accuse di omicidio colposo plurimo e lesioni colpose. “Se oggi fossimo arrivati alla conclusione che la valanga non era prevedibile rimarca Tedeschini l’inchiesta l’avremmo chiusa, perché l’evento imprevedibile, in base al codice, interrompe ogni nesso causale e a quel punto qualunque sciocchezza fosse stata commessa, sul piano penale sarebbe andata in archivio”. Quanto alle indagini, il procuratore di Pescara spiega che la situazione è ancora molto fluida. “Attualmente si vede il frammento di un’indagine in itinere afferma Tedeschini e delle migliaia di condotte che ci sono state segnalate, queste sono quelle che al momento ci sembrano meritevoli di approfondimento”