Pescara. Si annuncia una serrata resistenza alla Camera per scongiurare la perdita dei fondi destinati alla riqualificazione delle periferie: 2 miliardi e 700 milioni di progetti che interessano 96 città di cui in Senato è stata votata la sospensione proposta dal governo giallo-verde. Dopo il ricevimento della delegazione Anci dei sindaci alla seduta alla commissione bilancio martedì a Roma e l’annunciata mobilitazione istituzionale delle città, se la sospensione approvata in Senato dovesse passare alla Camera l’11 settembre e quella delle associazioni che hanno contribuito a redigere il progetto già esecutivo con il Comune di Pescara, oggi l’onorevole Pd Camillo D’Alessandro ha presentato l’emendamento che lunedì verrà proposto alla commissione bilancio e che verrà discusso martedì con l’approdo del mille proroghe alla Camera. Con lui presenti il sindaco Marco Alessandrini, e l’assessore alle periferie Giacomo Cuzzi.
“Diamo il benvenuto a Camillo d’Alessandro, nostro alfiere alla Camera dove andrà presto in onda una vera e propria battaglia – così il sindaco Marco Alessandrini – Continua la mobilitazione per lo scippo dei fondi delle periferie, perché di scippo si tratta. E’ una battaglia trasversale, che unisce appartenenze politiche diverse nel voler recuperare queste risorse così importanti per le periferie che avevano progetti già pronti all’appalto. C’è stato un passaggio romano con l’Anci a cui seguirà una mobilitazione delle Città anche di fronte alla Corte Costituzionale e adesso si va alla Camera con la spinta dell’opinione pubblica e la forza delle associazioni che con noi hanno progettato e investito.
Dobbiamo recuperare un insopportabile scippo istituzionale: a dicembre abbiamo firmato una convenzione con la fascia delle Città, vidimata dalla Corte dei Conti che ha impegnato le nostre ragionerie e i nostri uffici tecnici. Trovo insopportabile l’atteggiamento ipocrita di chi la mattina va a soffiare sul fuoco delle problematiche delle periferie e il pomeriggio, meglio, la notte, toglie fondi alle stesse. Non si può essere di lotta e di governo. In ballo c’è una riqualificazione di alcune zone della città attese da decenni e promesse da tanti, noi le abbiamo progettate e siamo pronti a concretizzarle”.
“Siamo arrivati al momento della verità, le chiacchiere si concludono, adesso ci sono emendamenti che si discuteranno lunedì in Commissione Bilancio, io ne ho uno per ripristinare i fondi dei nostri 4 Comuni capoluogo, che uniti si traduce in circa 60 milioni di risorse pubbliche e progetti – così l’onorevole Camillo D’Alessandro – E’ in atto una vera e propria rapina, con la complicità dei parlamentari abruzzesi dei Cinque Stelle, Lega e Forza Italia. Non ci sono altri fondi alternativi a questi per le periferie, non sono iscritti da nessuna parte, i fondi del Bando servono loro per finanziare alcune promesse elettorali e quindi i progetti non si realizzeranno nemmeno per il futuro come qualcuno va dicendo.
Gli unici che hanno presentato emendamenti sono i parlamentari del Pd , nel silenzio di Forza Italia, che non si muove per non disturbare la Lega in vista di un’alleanza nazionale e locale, in modo silente gli azzurri dall’opposizione lasciano fare e questo significa lasciare scippare i fondi alle periferie. Un’operazione simile sulle città non si è mai verificata prima: avevamo una dotazione economica certa, sostenuta dal governo Renzi e Gentiloni con risorse e resa possibile con i progetti elaborati dai Comuni. Il nuovo Governo invece di darci ulteriori risorse, ci toglie quelle che abbiamo e che i Comuni si sono conquistati lavorando col territorio.
Quelli che più hanno alimentato aspettative e rabbia nelle periferie dovrebbero oggi dimettersi, in protesta con il proprio partito per questo, come i consiglieri Pettinari e Marcozzi, che sfruttando le esigenze dei cittadini hanno costruito grandi ipocrisie, perché con questa azione proprio i cittadini vengono puntualmente traditi. Come parlamentari nazionali se la riqualificazione sarà fermata andremo anche nelle periferie delle nostre città, a raccontare come sarebbe stato il cambiamento e come non sarà più a causa del Governo che di questo termine ha fatto uno stendardo e parleremo coi cittadini uno ad uno perché si sappia bene che nomi e facce ha chi sta condannando le periferie.
Lunedì l’emendamento andrà in Commissione, martedì prenderò voce a nome del gruppo e parlerò di Pescara, di Chieti all’Aula, voglio spiegare ciò che sarebbe stato e non sarà più se bocceranno l’emendamento”.
“Chiamiamo le cose con nome e cognome: togliere risorse strategiche della riqualificazione dei quartieri è una scelta politica – conclude l’assessore alle Periferie Giacomo Cuzzi – Quartieri assurti ciclicamente in cronaca proprio per una mancanza di interventi sedimentata da vent’anni. Il progetto delle periferie nasce per unire la città centrale con quella periferica e ci abbiamo lavorato sodo e in trasparenza, con associazioni selezionate tramite un bando e loro, come il Comune, hanno investito fondi e tempo nella coprogettazione e per impegnare i loro progetti.
Non abbiamo solo opere ma interventi capaci di mettere l’anima nei quartieri. La sospensione è una scelta politica, dapprima mascherata come promessa di nuove risorse, ma in realtà tolgono 1,6 miliardi di euro pubblici a 96 Comuni, poi hanno detto che non avevano ricevuto i progetti, cosa falsa perché noi li abbiamo presentati per tempo.
Che di scelta politica si tratta lo ha rivelato chiaramente anche un ordine del giorno presentato dal consigliere Longhi, a cui i consiglieri del M5S hanno votato contro e il centrodestra è sparito dall’aula, un’assenza che grida vendetta, quando qualche consigliere di Fratelli d’Italia diceva di essere disposto a combattere col Comune, tutti partiti che nelle ultime campagne elettorali sono andati a promettere interventi, sgomberi e riqualificazioni nelle periferie a cui hanno tolto i fondi. Di più: mentre prima si parlava di spostamenti, oggi a mezzo stampa dichiarano che parlano di risarcimento poer le progettazioni e questo fa pensare che questi soldi siano già destinati ad altri. Sono ladri di periferie, ladri di futuro e anche di speranze
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